Secondo uno studio condotto nell’Ospedale del Sacro Cuore di Montreal, che ha preso in esame il comportamento notturno di duemila bambini nati tra il 1997 e il 1998, il sonnambulismo è un disturbo ereditario, che si verifica in circa il 60 per cento dei bambini i cui genitori sono stati sonnambuli. Più in generale, però, pare che il sonnambulismo nei bambini tra i 3 e i 12 anni si verifichi in circa un terzo dei casi.

Lo studio ha preso in esame anche i terrori notturni, che insieme al sonnambulismo nei bambini rientra nella categoria delle parasonnie, i disturbi del sonno.

C’è correlazione, tra terrori notturni e sonnambulismo nei bambini: i piccoli soggetti a brutti sogni – ovvero risvegli bruschi accompagnati da urla e paura, la cui incidenza è pari al 34 per cento dei casi nei bambini di un anno e mezzo, e il cui protrarsi rischia di non arrestarsi, pur attenuandosi via via, prima dei 13 anni – hanno una maggiore probabilità di diventare sonnambuli intorno ai 5 anni. Se inoltre il sonnambulo ha uno dei genitori che in passato ha sofferto dello stesso disturbo, c’è una probabilità di tre volte superiore alla media che possa anche camminare nel sonno; se invece ad aver sofferto di sonnambulismo sono stati entrambi i genitori, la probabilità sarà di sette volte superiore alla media.

Altri sono i numeri per i nati da genitori mai stati sonnambuli: il sonnambulismo nei bambini si verifica nel 22 per cento dei casi.

Ma che cos’è più nello specifico il sonnambulismo nei bambini?

Ce lo spiega il dottor Lino Nobili, del Centro di Medicina del Sonno dell’Ospedale Niguarda, a Milano: «è una condizione di dissociazione, un risveglio parziale del cervello mentre una parte resta de-attivata, nel sonno. E le zone attivate sono le più arcaiche, le più emozionali, il sistema limbico e l’amigdala che è preposta alla paura, per esempio, che spinge alla fuga… Restano addormentate le zone frontali, quelle più raziocinanti».

Ma è verosimile nel sonnambulismo nei bambini la tanto celebre immagine del poveretto che se ne va a spasso con le braccia tese in avanti? Ancora il dottor Nobili: «no, ha gli occhi aperti, ma non percepisce. E non sempre cammina, può anche stare seduto. O correre se crede di essere minacciato.».

Come comportarsi allora con un bambino in pieno sonnambulismo? Secondo il sapere popolare, per esempio, è assai dannoso svegliare un sonnambulo: ne va della sua salute. I sonnambuli, a sentir l’esperto, «vanno accompagnati piano piano, con molto delicatezza».

Noi de La Cicogna Materassi – Bottegone del Materasso non abbiamo di certo competenze mediche riguardo al sonno e ai suoi disturbi…

Quel che però potremmo fare per voi, se veniste a trovarci nel nostro negozio di Milano, in Piazzale Biancamano 1, è darvi qualche consiglio sul sistema letto, cercando di soddisfare quanto più possibile le vostre esigenze e i vostri gusti…

Noi vi aspettiamo, come sempre! Speriamo di vedervi presto!

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